Hai un talento creativo? L’AI ti aiuta a svilupparlo
L’intelligenza artificiale non è utile soltanto in ambito STEM ma può essere un grande alleato per chi svolge un lavoro creativo
Con la creazione di strumenti creativi che vogliono riprodurre arte e letteratura attingendo a opere originali (col rischio anche di sostituirsi a queste) è facile guardare all’intelligenza artificiale come un “nemico naturale”, ma recenti studi accademici e ricerche sul tema sembrano dimostrare il contrario.
Partendo dal concetto di talento, si può distinguere tra:
- innato: la persona nasce con una naturale predisposizione creativa;
- formato: il soggetto coltiva le proprie capacità tramite percorsi di formazione, apprendimento ed esperienza personale.
In entrambi i casi, la tecnologia può essere guardata in ottica positiva. Nel film “L’attimo fuggente”, un vero e proprio inno alla creatività e alle scienze umane, viene richiesto ai protagonisti di cambiare prospettiva per essere sempre stimolati e coltivare talenti – in questo, gli strumenti di AI possono essere visti, appunto, come meri strumenti alla creatività umana.
Grazie soprattutto alla natura immersiva del Metaverso, si possono creare occasioni di formazione partecipativa che permetta a chi svolge un lavoro creativo di confrontarsi con diversi approcci e culture, permettendo di interagire con colleghi da tutto il mondo e arricchire il proprio talento, sviluppando le proprie capacità.
Valorizzare il talento in modo innovativo implica, dunque, che l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituirsi alla creatività umana, poiché è proprio da essa che attinge per generare nuove creazioni. Chi si occupa di design, grafica o scrittura creativa, può utilizzare il metaverso o l’AI come apporto formativo maggiore per allargare le proprie vedute. L’utilità degli strumenti è evidente nel momento in cui si confrontano metodi, tecniche e stili da tutto il mondo.
La controversia legata al tema dei diritti d’autore e la privacy legata a questi strumenti è ancora in corso e in via di legiferazione, per cui si tratta di strumenti ancora non del tutto affidabili a livello di cybersecurity, ma il loro contributo futuro può cambiare totalmente l’approccio al lavoro creativo.