Focus On Donne
Donne
In tema di incentivi all’assunzione delle donne, a partire dal primo gennaio 2013, è stata prevista una riduzione pari al 50% dei contributi posti a carico del datore di lavoro (art. 4, comma 11, Legge 28 giugno 2012, n. 92). In particolare, gli incentivi riguardano:
- donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi e residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti dei fondi strutturali UE ai sensi dell’art. 2, punto 4, lettera f) del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione Europea, individuate di anno in anno con apposito Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (per il 2021, si veda il Decreto interministeriale del 16 ottobre 2020);
- donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti.
L’agevolazione è concessa per un massimo di 12 mesi in caso di assunzione a termine, elevati a 18 in caso di trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato o nel caso di assunzione ab origine a tempo indeterminato.
Sul punto, si richiamano la Circolare dell'INPS 24 luglio 2013, n. 111, il Messaggio 29 luglio 2013, n. 12212 e il Messaggio 29 luglio 2014, n. 6319, recanti le indicazioni sull’accesso all’incentivo.
La Legge di Bilancio 2021 (Legge 30 dicembre 2020, n. 178, art. 1, commi 16-19) ha previsto in via sperimentale che, per le assunzioni di donne lavoratrici che comportino un incremento occupazionale netto nel biennio 2021-2022, l’esonero contributivo di cui all’art. 4, commi da 9 a 11, della Legge n. 92/2012 (relativo, altresì, alle trasformazioni da contratto a termine e a contratto a tempo indeterminato) è riconosciuto nella misura del 100%, con un limite massimo di importo di 6.000 euro annui. In proposito, si segnalano la Circolare INPS n. 32 del 22 febbraio 2021 ed il Messaggio INPS n. 3809 del 5 novembre 2021 recanti le istruzioni operative.
La Legge di Bilancio 2023 (art. 1, comma 298) ha prorogato questo esonero contributivo introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 (art. 1, commi 16-19) anche per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, aumentando il limite annuo a 8.000 euro. In proposito, consulta la Circolare INPS n. 58 del 23 giugno 2023 e il Messaggio n. 2598 del 10 luglio 2023.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 137) ha riconosciuto l’esonero del 50% dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato, a decorrere dalla data del rientro nel posto di lavoro dopo la fruizione del congedo obbligatorio di maternità e per un periodo massimo di 1 anno a partire dalla data del rientro. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Imprenditoria femminile
Con la Legge di Bilancio 2021 (art. 1, commi 97-106), presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (già Ministero dello Sviluppo Economico) è stato istituito il Fondo a sostegno dell’impresa femminile finalizzato a promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese.
In particolare, il Fondo sostiene: interventi diretti all’avvio dell’attività, gli investimenti e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con particolare attenzione ai settori dell’alta tecnologia; programmi e iniziative per la diffusione della cultura imprenditoriale tra la popolazione femminile; programmi di formazione e orientamento in relazione a materie e professioni in cui la presenza femminile deve essere adeguata alle indicazioni di livello dell’Unione Europea e nazionale.
Sono previste misure diversificate tra le quali: contributi a fondo perduto; finanziamenti senza interessi; incentivi per rafforzare le imprese femminili costituite da almeno 36 mesi; percorsi di assistenza tecnico-gestionale per attività di marketing e di comunicazione durante tutto il periodo di realizzazione degli investimenti o di compimento del programma di spesa; investimenti nel capitale, anche con la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle imprese a guida femminile tra le startup innovative.
Per tutte le informazioni sugli interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile, consulta la sezione dedicata del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
In tema di misure per favorire l’imprenditoria femminile, conformemente alle indicazioni europee, è stata sottoscritta la Convenzione del 14 marzo 2013 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base del Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico del 26 gennaio 2012. È stata, pertanto, istituita la Sezione Speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le pari opportunità”, le cui risorse sono dedicate alla compartecipazione della copertura del rischio sulle operazioni di garanzia concesse a favore delle imprese femminili e delle professioniste. La Sezione Speciale è uno strumento di politica industriale che favorisce l’accesso delle Piccole e Medie Imprese alle fonti di approvvigionamento finanziario, mediante la concessione di una garanzia pubblica. Infatti, l’impresa femminile che vi si rivolge non ha un contributo in denaro, ma ha la possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive sugli importi disponibili nel Fondo.
A livello locale, Unioncamere e il sistema camerale sono impegnati da anni nel promuovere l’imprenditoria femminile attraverso la sottoscrizione di un piano d’intervento descritto dai Protocolli siglati con il Ministero dello Sviluppo Economico e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Con la sottoscrizione dei Protocolli, sono stati progressivamente costituiti i Comitati per l’imprenditoria femminile nell’ambito delle singole Camere di Commercio, dove siedono imprenditrici individuate dalle Associazioni datoriali di categoria e dalle Organizzazioni sindacali. I Comitati svolgono un ruolo promozionale e di sensibilizzazione sul tema delle pari opportunità, organizzando iniziative mirate e coinvolgendo anche i vari stakeholders locali impegnati nelle politiche di genere.